chiarapedala

il mondo visto da una bicicletta. in continuo movimento armonico, anche come metafora, come filosofia di vita. e canto e pedalo e vivo la città con una colonna sonora ogni giorno diversa. e la città ha ogni giorno una faccia diversa... io pedalo, e comu veni si cunta...

lunedì 23 giugno 2008

il posto più bello del mondo


di notte, appena arrivati, l'isola ci appariva fresca e bianca.
il viaggio era stato lungo ma sentivo che ne sarebbe valsa la pena.
siamo rimasti a chiacchierare nel terrazzo, per un po'... e poi la prima notte nella stanza del nonno, con la sua meravigliosa foto d'epoca di fronte il letto intarsiato in legno.
riposo meritato dopo il tragitto infinito.

una luce bianca alle nove del mattino mi sveglia. tutto è incredibilmente bianco.
le case dentro e fuori sono bianche. la luce del mattino è fortissima. l'azzurro del mare, emozionante.
la vegetazione. i vialetti. il profumo, l'aria di mare, di vacanza.
la gente che ti guarda e saluta.
la gente che sorride.

il tempo si è fermato. non ho l'orologio, non mi interessa sapere che ora è. un giorno e mezzo mi è parso una settimana.
una splendida e rilassante settimana.
il tempo lento, i passi lenti, il ritmo del proprio corpo.
e respirare, e guardare il mare dall'amaca, e stare con i piedi ammollo.
e respirare, con il ritmo naturale e la testa vuota.
una sensazione di pace, serenità che porta quasi alla felicità.
il sole, la doccia in pietra, il tango.
i piedi scalzi, i capelli scombinati, il venticello, il tango e il verde della vegetazione.
e la testa vuota. anzi piena.
piena di sensazioni meravigliose.
il ritmo giusto. non troppo lento. non troppo allazzato.
giusto.

un sorriso da idiota stampato in faccia, i capelli esplosi in testa come avessi un broccolo.
la pelle un po' scura, e i piedi scalzi.

il rientro sereno in città, e la corsa a ballare il tango.
la stanchezza fisica è solo un fattore secondario quando dentro ti senti vivo.
ed io, da un po' di tempo, mi sento viva.
viva in un modo diverso da prima.
viva perché ora sento il dolore.
e viva perché sento anche la gioia.
sento me e riesco a distinguere le cose belle da quelle meno belle.
quelle importanti da quelle meno importanti.
riesco a guardarmi allo specchio e vedere finalmente me, con pregi e difetti.
ma ci sono in quel fottuto specchio finalmente!

e cammino e pedalo, e canto e sento ancora il profumo del mare, sento ancora il silenzio bianco, sento ancora il sole addosso, e i piedi dentro il mare,e i sassi sotto i miei piedi. e l'aria fresca sulla faccia. e la sensazione di una dimensione altra.
e la forza di guardare in faccia una settimana di lavoro con i soliti ritmi frenetici.
e la forza per affrontare tutto questo, inclusa l'idea del trasloco.

si pedala signora mia, verso il cambiamento.
e si sa, quando la vita è dura, i duri cominciano a pedalare... : )




lunedì 9 giugno 2008

due sassi in tasca

cammino con due sassi in tasca.
il sole è forte, il cielo è pulito, limpido e l'aria è fresca tra i miei capelli corti.
pensieri e musica nella testa. cammino e ballo un po'.
cammino al ritmo di musica.
sorrido, quasi.

su un sasso c'è scritto: no allo stress.
l'ho preso da savino.
poi gli offerto un modesto pranzo e lui mi ha regalato il secondo sasso, su cui c'è scritto: sei una dolcissima pratolina.
e mi spiega savino, che le pratoline sono quelle margheritine piccole piccole, bianche, che crescono solo in montagna.

cammino con due sassi in tasca.
in città, con la musica e i pensieri nella testa.sorrido, cammino e piango.
piango perché mi rendo conto che a volte basta un gesto semplice semplice, quasi banale, ma fatto con il cuore, per farmi dimenticare le cose brutte.
soprattutto le cose inutilmente spiacevoli. quelle inutili ma che succedono lo stesso.

e cammino con due sassi in tasca.
sorrido, guardo il sole, passeggio e canticchio.
i due sassi non pesano, anzi, mi alleggeriscono.

domenica 1 giugno 2008

oggi la mia radio-sveglia compie 22 anni

ora io dico: si può essere  più psicopatici di così?

: ) 

gli oggetti, le cose, possono avere questo peso nella nostra vita?

mi ripeto in continuazione che gli oggetti sono solo oggetti, ma...

ricordo benissimo i miei mini-zoccoli del dott. scholls misura 25, tenerissimi, bellissimi. 

il mio cestino dell'asilo.

il mio montgomery blu.

la borsetta rossa cilindrica con la quale a 6 anni sognavo di volare.

le penne profumate.

le adidas torsion, conquistate con grande fatica e risparmi di una vita e che ora stanno in una scatola nello sgabuzzino, usurate, ridotte a brandelli, ma non le posso buttare: sono un pezzo della mia storia, hanno 14 anni.

la cassetta dei medicinali di casa di nonna pina, che a 18 anni ho dipinto e messa in camera mia, e che è ancora in camera mia: ha almeno 40 anni.

la mia prima chitarra, e forse anche l'ultima.

le mie prime scarpe con il tacco, per il tango, ma non le ultime, spero.

la pila di smemoranda in cui, nell'adolescenza, ho tracciato in codice gli eventi della mia vita.

la mia bici pieghevole, una amorello, regalo per i miei 10 anni, a cui 4 anni fa ho ridato vita, e lei mi ha ridato un pezzo di vita, e che si chiama ladies finger, ora è gialla e arancio, sempre elegante, bellissima e piccola come me: ha 22 anni e riposa qui accanto alla mia camera da letto. 

la mia radio-sveglia, regalo degli zii di milano per la prima comunione: l'1 giugno 1986. ogni mattina e ogni sera, mi dice l'ora, mi sveglia e mi addormenta. da 22 anni.

le scarpette di tela sisley, rosse, comprate nel 1993 con selene, sono ancora lì... avevo 17 anni e la mia amica mi stava per lasciare. lei adesso è lontana da 14 anni, siamo due donne e le mie scarpette sono a ancora lì e mi raccontano un pezzo della mia storia. come fossero una fotografia.

"le avventure di tom sawyer", che sulla prima pagina ha la dedica:

"3 febbraio 1984 IIa B 

a chiara, per ricordarle

che oltre ai numeri esistono

anche i libri di racconti.

con l'augurio che sia sempre brava e buona.

la maestra"

avevo quasi 8 anni e l'indomani cominciai a scrivere il mio primo "libro" di racconti, che è qui: un quaderno con le righe da terza elementare.

il telo da spiaggia dei miei 18 anni l'ho usato per andare al mare con stella: due costanti da quei giorni ad ora.


gli oggetti. le cose. la fisicità di alcuni momenti, epoche, periodi. fotografie tridimensionali. 

cose di secondaria importanza, soltanto oggetti, mi ripeto.

però quando ho creduto che mi avessero rubato ladies finger una volta, davvero mi è mancato un pezzo di vita, di storia. avrei preferito che mi rubassero l'auto...

cariche di ricordi, cariche di significato, piene di storia, le cose...


pedalando su un oggetto, con indosso degli oggetti, me ne vado in giro per la città, con degli oggetti ficcati nelle orecchie... e sostanzialmente, minni futtu. del mondo. pedalo. canto. abballo. e comu veni si cunta signora mia... :)