chiarapedala

il mondo visto da una bicicletta. in continuo movimento armonico, anche come metafora, come filosofia di vita. e canto e pedalo e vivo la città con una colonna sonora ogni giorno diversa. e la città ha ogni giorno una faccia diversa... io pedalo, e comu veni si cunta...

domenica 27 gennaio 2008

cronache da berlino. giorno sette.

sabato 26 gennaio 2008


ore 21.54 dall'aeroporto di tegel. seduta sul pavimento con il computer appoggiato sulla poltroncina su cui passerò la notte. 

sono davvero stanca e sto sorseggiando un ultimo caffè berlinese, lungo, lunghissimo e del distributore automatico. sarà una lunga notte...


berlino ci sta salutando con la pioggia, anche se ha tenuto duro fino a questa sera.

di mattina, dopo aver lasciato la camera, depositiamo i bagagli e facciamo un giro nella zona nord est dove la guida ci segnalava un mercatino interessante. nulla. torniamo nella conosciuta e sicura alexanderplatz e ci fiondiamo al calduccio dentro il centro commerciale alexa, dove trascorriamo tutta la mattina, e buona parte del pomeriggio. lo giriamo in lungo, in largo e per i quattro piani. compriamo anche roba da mangiare assurda che condivideremo con gli amici al ritorno... poi decidiamo che non ne possiamo più e ci dirigiamo per un buon caffè in un bar pseudo-lussuoso in piazza dove la smetto con le illusioni e decido di prendere un caffé alla berlinese e che è inutile cercare di trovare un posto dove ti fanno un vero espresso. dentro al bar ci sono circa 40°, quindi dopo l'immondo caffé fuggiamo all'esterno e soprattutto in hotel a prendere i bagagli, poi un bus che ci porti qui in aeroporto...


adesso abbiamo la notte davanti a noi. sono le 22.03 e non faremo il check in prima delle 5,30 per partire alle 7,30. nonostante il super caffé lungo, io ho un sonno indicibile, ma prima di tentare a chiudere gli occhi vorrei fare un po' una specie di bilancio di questo viaggio:


il clima: beh fa freddo non si può negare, ma considerando che tutti gli ambienti chiusi sono scaldati, e che il freddo è secco, la situazione è tollerabile, gestibile, anche per un ciclista insomma. non è stata necessaria la maglia di lana, e neanche i maglioni in realtà: solo cotone sotto il giaccone, peraltro eccessivamente caldo. ma venendo dalla calda sicilia, signora mia, che ne sapevo quanto freddo c'era qui.


il cibo: non male, certo da vegetariana è duretta la vita: mangiare solo patate non è il massimo, se poi l'alternativa sono i crauti, allora è fatta! :| poi per una vegetariana come me, che non tollera il cetriolo, la vita qui è impossibile: ti mettono crema allo yogurt+cetriolo praticamente ovunque e io non la digerirò mai!

la birra davvero ottima, ho provato diverse qualità. l'importante è non prendere quella strana cosa che ha preso davide una sera da block house, non abbiamo mai capito cosa fosse ma era una birra fruttata, orrenda.

sui dolci forse sono più preparati ma non ho avuto modo di assaggiare molto. 


la gente: mah in linea di massima i berlinesi son sembrati cortesi, cordiali, anche benestanti, quasi rilassati. molti parlano inglese o just a little bit, come dicono sempre e poi ti recitano la divina commedia con una dizione perfetta! ah anche modesti sono questi qui!

il loro comportamento in pubblico, in metropolitana per esempio, è normale: ipod i più giovani, giornale/libro i più grandi. cordiali, gentili, sorridenti o quasi. 

poi tutti e tutte sono fisicamente diversi da noi, gente del sud. nei negozi di scarpe la mia misura è rarissima e le scarpe da donna partono dal 38 ed arrivano normalmente fino al 42/43, immaginate che fette e quanto debbano essere alte le berlinesi! potrei mai sentirmi a casa in un posto del genere? :)


la città: indubbiamente ha un suo fascino, ma un fascino per me nuovo e molto diverso dal quello di città come londra o parigi. è come se fosse frammentata la città, come se esistessero tante piccole città dentro la città.  ognuna con il suo centro, diverso e scollegato dal resto e dagli altri centri. strano, non brutto, solo curioso. strano anche il fatto che in un posto "freddo" come berlino, si ascolti e si balli tanto il tango, così "caldo" e passionale. a guardare le facce pallide dei berlinesi, non sembrano così passionali, poi chissà.

è stato strano, specialmente in metropolitana, essere immersa in discorsi vari, telefonici o di persona, tra berlinesi, e non capire nulla! era solo rumore, brusio di sottofondo. 


cosa porterò con me.

a parte una sfilza di oggetti dello shopping-fetish a cui una donna non può mai rinunciare, e cioè:

1 t-shirt, 1 paio di scarpe, un oggetto tecnologico (nella fattispecie un lettore mp3 piccolo piccolo), dei dischi (di tango ovviamente!), dei cosmetici (cremine varie anti-freddo, anti-tutto!), dei prodotti di cancelleria, una borsa sportiva, un bel po' di materiale di graphic design, dei prodotti alimentari indefiniti, delle birre aromatizzate al limone, all'arancia e una energetica (amichetti, tenetevi pronti!), una miriade di fotografie ('ste macchinette digitali, signora mia, ci stanno rovinando, si fotografano pure le briciole di pane, ogni minima cosa!).


oltre gli elementi materiali di cui sopra, porterò con me:

° il sorriso che mi ha provocato il vedere la macchina per lucidare le scarpe che c'era vicino l'uscita del nostro hotel.

° i corvacci neri: appaiono nelle sere nuvolose e piovose, si appollaiano sui rami secchi degli alberi neri e gracchiano e mi hanno suggestionato molto nel modo di vedere e vivere la città. e poi mi chiedo: ma di giorno, tutti 'sti corvi dove stanno? dove vanno? a lavoro? a scuola? mah!

° il forte e necessario e indigeribile sapore del formaggio all'aglio che mangiavo la mattina a colazione.

° la faccia di davide quando mi ha visto arrossire davanti un disco di tango (che poi mi ha regalato). 

° il modo in cui leggeva il giornale un uomo in metropolitana: con il naso letteralmente appoggiato sulla pagina; mi ricordava mr magoo.

° il prezzo assurdo dei souvenir più tasci: si ponnu tieniri, signora mia.

° vedere il libro di davide sugli scaffali di una grossa libreria: sono soddisfazioni, signora mia, una fa sacrifici per farli studiare tanto e poi ci pubblicano il libro in tedesco.

° la "sveglia di sicurezza" alle 9 del mattino.

° le linee della metro U8 e U2.

° questa notte in aeroporto, che sono certa non dimenticherò facilmente.


sono le 22,47 e oltre a me e davide si è aggiunto 1 uomo, seduto poco lontano da noi. chissà se anche lui passerà la notte qui, si è appena aggiunto anche un ragazzo che si è messo dal lato opposto della sala, e ora io e davide siamo in mezzo. alle 5 credo che la sala inizierà a popolarsi e alle 5,30 potremo finalmente imbarcare i bagagli.

mi chiedo come stiano i miei amici a palermo, la mia famiglia. fusiac, chissà il mio tesoro peloso come sta. silvietta, non la sento da una settimana. chissà cosa hanno deciso per il governo, se ci saranno le elezioni anticipate. chissà che tempo fa a palermo. chissà quanti chili ho preso. chissà quanto mi ci vorrà per smaltirli. chissà cosa succede se adesso mi mangio una polpetta di formaggio e peperone fritta di burger king... chiù scuru i menzannuotti...


ti lascio berlino, mi porto dei rotoli di ciccia sulla panza in tuo ricordo, una grossa quantità di cianfrusaglie, le mani screpolate dal freddo, una valigia in più, piena delle cianfrusaglie di cui sopra.

mi porto il ricordo di una città strana, che da siciliana caliente quale sono, penso si possa godere maggiormente in estate, quando da noi si schiatta dal caldo e qui puoi permetterti i jeans, e stare sulle panchine delle piazze è un ristoro immenso, quando non sei costretto a vivere in un centro commerciale per non morire assiderato. 


e soprattutto, se passo la notte, e l'omino che sta pulendo i pavimenti qui in aeroporto con una macchina a rullocompressore, non mi fa diventare una sottiletta, e se riesco a digerire la cena fritta (anelli di cipolla fritti, patate fritte e palline fritte di formaggio e peperoni), da domani mi metto a dieta: pasta in bianco e latte in bianco, caffè vero e nero e tanti tanti chilometri in bici con pecoranera e il tango dei dischi nuovi sparato nel cervello. continuerò a ballare, a cantare, pedalare, nella mia palermo. umida, sporca, pianeggiante palermo. piena di palermitani che non parlano l'inglese, che non separano i rifiuti, che buttano le cartacce per strada, ma che fanno la spesa al capo, che fanno curtigghio sugli autobus, che trovano un escamotage per usare l'auto anche con le targhe alterne, che cercano connessioni wi-fi a scrocco, che fanno colazione con il panino ca meusa e che sono alti mediamente un metro e settanta. 


lurida, piccola, disorganizzata e splendida, la mia palermo, casa mia.

1 Commenti:

Alle 27 gennaio 2008 alle ore 17:23 , Anonymous Anonimo ha detto...

delizioso..davvero delizioso il tuo post!..intimo, spassoso..quasi sono riuscita a vedere anch'io il signore distinto che leggeva attento il suo girnale, col naso che sforava il foglio..
p.s. bentornati!

 

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