chiarapedala

il mondo visto da una bicicletta. in continuo movimento armonico, anche come metafora, come filosofia di vita. e canto e pedalo e vivo la città con una colonna sonora ogni giorno diversa. e la città ha ogni giorno una faccia diversa... io pedalo, e comu veni si cunta...

lunedì 21 gennaio 2008

cronache da berlino. giorno uno

domenica 20 gennaio


stanza 727

15.54 ora locale.

berlino ci accoglie con la pioggia.

non fa molto freddo, ma il cielo è grigio cupo e cade una pioggia che dalle mie parti si chiama "assuppaviddani", e si dice che faccia taaanto bene all'agricoltura.


siamo arrivati in questo ostello in bus+taxi, per una cifra ragionevole.

partendo da palermo con il sole alle 10.45 siamo atterrati alle 13,20 come da programma ma abbiamo aspettato una decina di minuti chiusi dentro l'aereo perché si erano gelate le porte e non si potevano aprire.

i passeggeri palermitani a bordo hanno cominciato con un vasto repertorio di luoghi comuni sul comportamento dei siciliani all'estero, ma finalmente poi ci hanno fatti uscire e non sono stata più costretta ad ascoltare 'ste strunzate.


davide sta riposando tra le bianche lenzuola di questa bianca camera di circa quattro (facciamo sei va) bianchi metri quadrati.

l'arredamento proviene da ikea, e affacciandoci dalla nostra finestra al settimo piano si vede una sorta di casermone color rosso mattone, con quelle che credo siano tante altre camere come la nostra. 


ad un certo punto della giornata, dopo aver riposato, credo che andremo a fare un giro ad alexander platz e cercheremo un posto dove cenare. 


se la devo dire tutta, ma tutta tutta, la mia prima primissima impressione su berlino non è proprio positiva. non so se dipende dalle alte aspettative che ho, oppure da una serie di fatti casuali che mi hanno accolto qui (vedi il malotempo, il tassista analfabeta e la bianca stanza nel casermone). 


andrà meglio, magari a pancia piena, e magari appena vedrò un po' di vita muoversi in giro. è domenica, la gente cosa fa? 

davide intanto già russa, io vado a fare una doccia... sarà una lunga serata!


chissà il mio piccolo demone felino cosa fa. chissà se pensa che la sua perfida mamma l'ha abbandonata ancora. chissà se sta devastando il servizio da té etnico che ho incautamente lasciato sullo scaffale. chissà...



ore 22.00 ora locale.

dalla stanza 727.


alla fine questo pomeriggio mi sono appisolata per svegliarmi con davide dopo le 18.

ci siamo mossi verso l'alexander platz, alla ricerca di un posto dove cenare.

dopo un bel giro al buio, nelle strade quasi deserte, con tanti tantissimi corvi enormi nero-grigi sugli alberi spogli e grigi, decidiamo democraticamente di fermarci in un posto dove ci fosse una speranza di cena dignitosa anche per me, che da una decina di anni ho deciso di non mangiare nulla che abbia o abbia avuto dei genitori.

entriamo dunque in un posto che tradotto in italiano sarebbe "la casa della patata, n°1". ho mangiato delle ottime verdure saltate, gustose, calde, irrorando il tutto con una birra un po' tosta, ma buona.

ma la cosa che mi chiedo è: ma a palermo, un posto chiamato "la casa della patata" quanto camperebbe? ci chi andrebbe? non sarebbe affatto cool! devo ammettere che da questo punto di vista, i tedeschi sono un popolo superiore. le patate si possono cucinare in tantissimi modi diversi e sono sempre ottime, puru sbattuti o' muru! ma forse i tedeschi questa ricetta ancora non la conoscono...


sulla strada del ritorno, constatiamo che c'è davvero poca, pochissima gente in giro, eppure è domenica sera! ipotizziamo di essere allo scuro circa una notizia di una guerra batteriologica, ma presto abbandoniamo questa ipotesi, restando senza una risposta.


constatiamo anche che non fa affatto freddo, che ci saranno circa una decina di gradi e che, nonostante la pioggia, alcuni girano in bici di sera per queste strade deserte. notiamo anche molte bici parcheggiate... cerco silenziosamente anche fiamma, ma fino ad ora, nessun avvistamento. mi dico che magari è venuta a stare qui, che ci sono tante tante bici e le piste ciclabili... questa è una bella città per le biciclette, e anche la mia fiamma aveva certamente i suoi sogni nel cassetto e il desiderio di una vita migliore.


tornando verso l'ostello, prendendo come riferimento un paio di ciminiere che stan qui di fronte, continuiamo a contare tanti tantissimi corvi: questi enormi uccelli sembrano i frutti immobili su questi alberi secchi. dormono? sotto la pioggia? 


e ora che siamo in camera, davide legge ed io qui, indossando un pigiama improvvisato, con l'ipod nel cervello che suona, manco a dirlo, il tango.

e mentre digito sulla tastiera del mio bianco ibook (in pendant con il resto della camera!), mi soffermo sui momenti che più mi emozionano e faccio le mie facce assurde e appassionate e il mio piedino si muove e chiudo gli occhi e quando li riapro vedo lo sguardo di davide da sopra il libro, che mi osserva e rido, e ride anche lui.


penso che domani, visto che i musei sono chiusi, si potrebbe pensare a fare un po' di shopping, e visitare il sony center. 

spero che domani riuscirò a vedere berlino con la luce del giorno. 

se spuntasse un po' di sole non sarebbe male : )


mi metto a dormire, pedalerei se avessi una bici qui. ma pedalo metaforicamente verso la giornata di domani... curiosa di conoscere paesaggi e luoghi nuovi, e respirare l'atmosfera sotto il cielo di berlino.







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